L’innovazione come motore del mercato
La sintesi della prima giornata di lavori al Forum di Scenari Immobiliari.
Oltre 300 gli operatori presenti, il numero più elevato delle 24 edizioni del Forum
L’innovazione è stata al centro degli interventi dei relatori nella prima giornata di lavori della ventiquattresima edizione del Forum di Scenari Immobiliari, a cui hanno partecipato oltre 300 professionisti e operatori della filiera del real estate, il numero più elevato mai registrato nelle precedenti edizioni del Forum.
Di seguito una sintesi dei contributi e delle analisi illustrate dai relatori.
L’archistar Carlo Ratti ha affrontato criticamente la tematica di come sensori e nuovi strumenti elettronici a nostra disposizione stiano modificando il modo di progettare e di dar forma alle nuove strutture. L’analisi è supportata dall’esame dei progetti della Senseable City Laboratory, ricerca sviluppata su iniziativa del Massachusetts Institute of Technology e dallo studio Carlo Ratti Associati.
Carlo Castelli, strategic director planning per Aecom, ha posto al centro del suo intervento l’integrazione come requisito fondamentale per uno sviluppo di qualità. L’integrazione, specie fra trasporti e immobili, è essa stessa innovazione. In un’epoca, definita della “trust economy”, basata la cooperazione e la fiducia reciproca, non si può fare a meno di rompere le canoniche barriere, per poter realizzare qualcosa di nuovo ed efficiente. E nel gruppo Aecom non mancano esempi di perfetta riuscita di questo meccanismo.
Jacopo Chirici ha proposto un intervento dal titolo “Lo showroom del futuro”. Nel 2016 anche in Italia stiamo assistendo a un “Paradigm Shift” in qualsiasi tipo di settore. Il classico modo di fare business che ha coinvolto storicamente varie figure sta decadendo per lasciare spazio a una nuova value proposition che si sta spostando gradualmente sul mondo virtuale. MADE.com è riuscita, tramite il business model innovativo a rompere la catena del valore preesistente e creare dei processi che permettono al consumatore finale di ricevere prodotti di design a un costo accessibile a tutti attraverso l’uso di tecnologie all’avanguardia. Il focus viene spostato sul cliente. Sono gli stessi consumatori che si sentono parte di un movimento che abbraccia design, tecnologia e logistica. Una co-creazione del valore che permette al cliente di acquistare non solo mobili, ma ownership sul prodotto, e che permette di creare lo showroom del futuro.
L’intervento dell’architetto Gaetano Coraggio ha mirato alla promozione del modello Paspartu, quale servizio dedicato alla manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio immobiliare diffuso (in gestione a fondi, SGR, istituzioni, etc.) e alla verifica e valorizzazione degli NPL presenti nei portafogli promiscui di banche e di soggetti privati.
Andrea D’Antrassi, associate partner della Mad Architects, fondata dall’archistar Ma Yansong, ha accompagnato la platea di esperti del Real Estate alla scoperta non solo dei progetti dello studio d’architettura, ma anche dei principi ambientali, sociali e urbanistici su cui si basano. Ne sono un esempio le Absolute Towers di Toronto (2006-2012), il Conrad Hotel di Pechino (2008-2013), il complesso residenziale di Via Boncompagni 71 a Roma (2011) e il Museo di Arti Narrative di George Lucas a Chicago, al momento in fase di progettazione.
La nuova frontiera del coworking è stata illustrata da Davide Dattoli di Talent Garden, un operatore all’avanguardia che progetta soluzioni di condivisone fruibili secondo l’innovativo modello di business recentemente sviluppatosi negli Usa. La strategia messa in atto non prevede solo di creare ambienti accoglienti, ma anche di studiare programmi di condivisione e networking che aiutino le aziende a crescere, anche attraverso l’attenta e ponderata scelta della location.
Il principale operatore nel settore del Budget Design Hotel in Europa, Motel One, ha proposto la sua ricetta del successo, che unisce un design di alto livello a un ottimo rapporto qualità-prezzo. È quanto è stato illustrato dal rappresentante del gruppo, Ulrich Demetz, insieme alla strategia di indagine volta a realizzare un prodotto studiato appositamente per il viaggiatore moderno, che ottimizza gli spazi e offre tutti i servizi essenziali. È solo così che è riuscito ad assicurarsi partner internazionali.
“Il mio lento viaggio parte da Milano, si ferma a Cesena e arriva a Roma, offrendo anche un salto nelle più recenti riflessioni progettuali oltre confine.” È quanto ha affermato Andreas Kipar, presidente e co-fondatore di Land, nel suo intervento al 24° Forum di Scenari Immobiliari. Al centro della sua presentazione è stata la figura del paesaggista, imprescindibile nell’attuale processo di trasformazione urbana: l’uomo del futuro ha bisogno di immergersi nel verde.
Reinventare Parigi è una sfida all’insegna dell’innovazione. A raccontare al pubblico del forum il processo e i risultati conseguiti tramite questo programma è stata l’advisor del comune di Parigi per il progetto, Marion Waller. Ad apparire sullo schermo sono stati alcuni tra i più rivoluzionari e ambiziosi progetti in gara per rimodernare completamente 23 siti della capitale francese.
Nella seconda tavola rotonda del pomeriggio – a cui hanno partecipato Stefano Caldoro (Consiglio Regionale della Campania), Alessandro Cattaneo (ANCI Associazione Nazionale Comuni Italiani), Filippo Delle Piane (ANCE Associazione Nazionale Costruttori Edili), Linda Lanzillotta (Senato della Repubblica) e Aldo Mazzocco (Gruppo CDP) – è stata posta la domanda “In Italia si può innovare?”: Giuseppe Roma (RUR), che ha moderato i lavori, ha evidenziato che, se la produzione edilizia non fosse crollata, avremmo registrato meno anni di Pil negativo e che, infatti, investendo nelle costruzioni ci sarebbero stati 4 e non 6 anni negativi. Inoltre si registra domanda abitativa e, nelle proiezioni future, impiegare il risparmio nel mattone sarà conveniente, ma sul mercato ci sono immobili di bassa qualità. Secondo Roma è quindi oggi indispensabile: migliorare la qualità dei prodotti a tutte le scale, integrare lo sviluppo immobiliare con strategie di sviluppo urbano e promuovere progetti con nuovi format funzionali, a grande scala ed ecosostenibili, abbattendo il tabù della conservazione, a favore della rigenerazione.
Ha concluso gli interventi della tavola rotonda Aldo Mazzocco, che ha sottolineato come il tema posto <<In Italia si può innovare?>> intercetti alla perfezione le direttrici di sviluppo del Gruppo Cdp, che ha assunto il ruolo di “stimolatore ed accompagnatore degli investimenti privati, nazionali ed internazionali, per attrarre e rendere più agevoli gli investimenti nella infrastruttura immobiliare italiana” in coerenza con la qualifica di Istituto di Promozione Nazionale (o NPI, National Promotional Institution) attribuita dalla legge di stabilità 2016. L’obiettivo primario, non esclusivo, assegnato a tali investimenti è il riuso e la dismissione di asset pubblici e del portafoglio del Gruppo Cdp (che ha strutturato dal 2009 ad oggi un consistente portafoglio immobiliare, superiore a 2 milioni di mq, che ne fa uno dei maggiori attori italiani nel real estate), così da contribuire anche alla riduzione del deficit e del debito pubblico, con interventi rivolti in via prioritaria all’ammodernamento dell’infrastruttura immobiliare. Facendo leva su questi presupposti, il nuovo Piano Industriale 2016-2020 di Gruppo pone particolare attenzione al social e affordable housing e ai progetti innovativi in aree strategiche del Paese, mantenendo un focus importante sulla valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico: riqualificazione e sviluppo di poli per l’innovazione; spazi per l’apprendimento di arti e mestieri; edilizia carceraria e riqualificazione urbana. L’Area Real Estate del Gruppo Cdp promuoverà, soprattutto attraverso veicoli di investimento, la rigenerazione urbana realizzando in linea di massima 3 asset class: Residenziale moderno in locazione, a supporto della mobilità della popolazione; Immobili il locazione per il Turismo; Uffici di ultima generazione in locazione alle pubbliche amministrazioni. I veicoli serviranno anche da piattaforme per la attrazione di investitori istituzionali italiani ed esteri. Cassa depositi e prestiti potrà fungere sia da socio d’opera che da socio finanziario, a breve e a medio/ lungo termine, in funzione degli obiettivi degli investitori che condivideranno i progetti.