Cresce il mercato immobiliare dell’Emilia Romagna
L'indagine di Scenari Immobiliari realizzata in collaborazione con Casa.it
Le compravendite effettuate sul territorio dell’Emilia Romagna rappresentano circa l’8% delle transazioni residenziali italiane.
Si registra un consistente incremento delle compravendite pari al 23,3% nel 2016 e corrispondenti a circa 45.000 unità compravendute. Un ulteriore aumento è previsto per il 2017.
Questi sono solo alcuni dei dati emersi dal Rapporto sul mercato immobiliare dell’Emilia Romagna, realizzato da Scenari Immobiliari in collaborazione con Casa.it.
Secondo lo studio, la regione Emilia Romagna dovrebbe mantenere un andamento parallelo a quello nazionale, con un aumento delle compravendite più accentuato dal 2017 in avanti, quando le compravendite della regione dovrebbero crescere del 15% circa, arrivando a 52mila transazioni. Lentamente i volumi dovrebbero tornare ai livelli pre-crisi, sfiorando 67mila compravendite nel 2020.
Anche i prezzi medi nominali stanno iniziando un trend positivo. A partire dal 2016 il rialzo delle quotazioni è costante fino al 2020. I valori medi regionali rispetto al 2007 si sono contratti circa del 10%, mentre in Italia si è registrato il 15,9% in meno nel decennio.
I prezzi ancora in lieve calo nel 2016 a livello regionale dovrebbero avviare una ripresa a partire dall’anno in corso, che dovrebbe chiudersi con una crescita dello 0,9%, più della media nazionale, e che dovrebbero aumentare dello 0,6% nel 2017.
Gli aumenti più consistenti delle quotazioni si avranno nei capoluoghi di provincia, con Bologna al più 2,5%, Rimini più 2,4%, Reggio Emilia e Ravenna attorno all’1,9%, Ferrara e Forlì più 1,8%, Piacenza e Modena 1,7%, mentre Parma crescerà dell’1,4% rispetto al 2016.
Secondo Mario Breglia, Presidente di Scenari Immobiliari, “L’aspetto più evidente, dal lato della domanda è la crescita del numero di famiglie attratte dall’acquisto di un’abitazione, favorite dal calo dei prezzi. È un indicatore di ritrovata fiducia verso il mercato residenziale, sostenuto dalla riduzione dell’imposizione fiscale, dall’aumento dell’erogazione di mutui e dalla maggiore accessibilità in seguito al calo dei prezzi degli ultimi anni”.