11 settembre 2020
Settembre 2020
In Italia gli ospedali ospitano circa 210 mila posti letto, andando a comporre un patrimonio edilizio in buona parte da riqualificare. Se circa 52 mila posti letto sono in immobili per cui può essere considerato sufficiente un buon piano di ristrutturazione impiantistica e funzionale, oltre 85 mila sono in edifici da demolire e ricostruire. In un’ottica di lunghissimo periodo, superiore ai 45 anni, ciò vorrebbe dire un giro d’affari fra i 27 e i 30 miliardi di euro. In una prospettiva di medio periodo, a 10 anni, l’investimento è quantificabile in 6,2 miliardi di euro, di cui circa il 18 per cento (1,1 miliardi) attribuibile alla componente tecnologica.
La quarta edizione dell’Osservatorio ripercorre i quattro anni di analisi e si proietta verso il futuro, concentrandosi sul concetto di reale economia circolare, sulla nuova normalità e sul valore aggiunto che la sostenibilità ottenuta con l’implementazione della tecnologia potrà portare.
È proprio seguendo questa prospettiva che l’ospedale da asset immobiliare diventa infrastruttura strategica, capace di generare benefici sociali, territoriali ed economici.
La gestione dell’emergenza attuale e futura, intimamente connessa alla tutela della salute delle persone, ha messo sotto pressione il sistema sanitario e le strutture fisiche che lo ospitano, con tensioni che rischiano di incrinarne alcuni principi essenziali. Grandi potenzialità potrebbero arrivare dal settore della medicina robotica e dalla telemedicina e dallo sviluppo di spazi per la cura particolarmente evoluti. Questi ultimi, in particolare, per l’evidente necessità di riqualificazione dei nostri ospedali, la diffusione sul territorio nazionale, il grande impatto che producono a scala urbana, la dimensione fisica dell’infrastruttura, potranno far parte del motore economico dei prossimi anni, non solo nel medio ma nel lungo e lunghissimo periodo.
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